UNA GUIDA SEMPLICE PER SPIEGARE AL CITTADINO IL MONDO BANCARIO

a cura di Ottavio Silvestri

IL LIBRETTO DI RISPARMIO

Il Libretto di risparmio è un supporto cartaceo fornito dalle banche dopo l'apertura di un deposito a risparmio. Al suo interno vengono riportate tutte le operazioni contabili effettuate dal cliente (prelievi, versamenti) o dall'istituto di credito per conto proprio (interessi o spese) o di terzi (accredito della pensione, imposta di bollo).

A differenza di un normale conto corrente, il libretto di risparmio ha una operatività molto limitata. Alcune banche offrono comunque un minimo garantito di servizi, quali l'accredito della pensione o il rilascio di una carta di debito utilizzabile in qualunque sportello bancomat. Sul libretto di risparmio non è possibile, mai ed in alcun modo, superare la capienza e quindi sconfinare (andare in rosso) rispetto al saldo del deposito.

I libretti di risparmio si distinguono tra i nominativi e quelli al portatore. I primi sono associati a persone fisiche e prevedono l'esistenza di cointestatari e delegati, i secondi non sono collegati con l'utilizzatore e possono quindi essere adoperati da chiunque ne detenga il possesso. Per la legge italiana antiriciclaggio questi ultimi non possono avere un saldo superiore a 12.500 euro e per la legge sugli accertamenti bancari, chiunque si presenti allo sportello per operare in qualunque modalità con un libretto al portatore deve presentare un documento di identità e il codice fiscale.

Dal 30 aprile 2008, in seguito alle modifiche del Governo Prodi alla legge antiriciclaggio, non è più possibile avere libretti di deposito al portatore per un importo pari o superiore a 5.000 euro. Con il decreto legge nr.112 del 25/06/2008 questa soglia è stata riportata a 12.500.

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